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L’icona del Buon Samaritano

Don Mimmo Francavilla, direttore della Caritas diocesana

Foto Don Mimmo Icona Caritas

 

Presso la sede della Caritas diocesana è stata collocata l’icona del Buon Samaritano.

L’icona è stata commissionata all’Atelier delle Icone del Monastero di Bose in occasione della presentazione della lettera pastorale del vescovo Luigi “E si prese cura di Lui…”.

Siamo di fronte a un’icona e immediatamente veniamo rimandati al racconto della parabola del capitolo decimo del Vangelo di Luca comunemente nota come la Parabola del Buon Samaritano.

In realtà ad una osservazione più attenta scopriamo che l’icona non raffigura esattamente quanto è descritto nella parabola. Infatti, notiamo come sia assente il giumento sul quale sarà caricato il malcapitato (vedi Van Gogh, Rembrandt…).

Già questo primo elemento la rende differente dal racconto (e più vicina alla sensibilità orientale di Rupnik nel suo mosaico per l’Anno della Misericordia), ma ci sono altri particolari che la rendono unica.

Infatti, come si può notare, innanzitutto il testo ci parla di una strada da Gerusalemme a Gerico, una strada in discesa che porta dalla cima di un’alta collina alla depressione della città che i profeti vedono come luogo del male.

La strada dell’icona è in salita. Il testo non dice verso quale direzione si diriga il Samaritano. A noi preme sottolineare che la direzione intrapresa sia un’altra, verso un luogo sicuro, accogliente, ospitale.

Dettaglio Icona Del Buon Samaritano 3

L’icona fotografa il momento in cui l’uomo aggredito, malmenato, derubato, ha avuto già le prime cure da parte del samaritano. Vediamo, infatti, l’olio, il vino, le bende e i “denari” nella sacca del Viandante. Il Buon samaritano ha con sé tutto l’occorrente che serve per soccorrere. Cioè è una persona previdente, che si attrezza per tempo, fornita di quanto potrà servire lungo la strada, sa guardare in avanti.

Non si lascia sorprendere. Forse, l’unica sorpresa per lui è che ci siano in giro ancora persone che attentano alla vita degli altri, che producono sofferenze, che recano il male.

 

Dettaglio Icona Del Buon Samaritano 1

Ma ciò che ci sorprende ancora di più è che il Samaritano si sostituisce completamente al giumento prendendo su di sé l’uomo ferito. In realtà, questa immagine ci rimanda ad un’altra icona, quella della vita comunitaria dove un fratello si fa carico del proprio fratello. L’insegnamento che ne deriva è che tra i due uomini c’è solo una relazione di fraternità abbattendo così ogni differenza e diversità.

Ancora un altro tratto ci sorprende, e questo lo ricaviamo da un’antica tradizione orientale dove il volto del Samaritano coincide con il volto dell’uomo ferito. Infatti, se in un primo momento tendiamo ad identificare il Samaritano con Cristo che si prende cura dell’umanità, in un secondo momento dobbiamo ricordarci del capitolo 25 di Matteo dove Gesù stesso si identifica con l’affamato, l’assetato, il malato, il pellegrino, ecc.

Quindi significa per noi che nell’atteggiamento del samaritano ma anche nella persona derubata e ferita noi riconosciamo il Cristo.

Ritorniamo alla strada in salita in direzione di una abitazione verosimilmente la Locanda della parabola, ma in realtà vuole essere una chiesa “ospedale da campo” secondo l’espressione di Papa Francesco, luogo ospitale dove poter offrire le cure necessarie. Questo per sottolineare ancora di più che non è l’atteggiamento del singolo ma la vita stessa di tutta la chiesa che si fa attenta e prossima agli altri.

Una chiesa dalle porte aperte. Anche la collocazione in alto della casa – città porta a identificarla sempre più con Gerusalemme – Chiesa, con la città posta sul monte, visibile da lontano e da tutti. Lo stesso oro che circonda il capo dei due uomini lo ritroviamo nel sole e infine nella cupola della locanda proprio per indicare la santità del servizio e del prendersi cura degli altri.

Il sole/oro vuole rappresentare la divinità e nel vangelo di Matteo troviamo “risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (5, 16). Anche il paesaggio o il creato partecipa alla “soluzione/servizio” intrapreso dal samaritano. Il colore verde e l’aver ridotto all’essenziale la natura circostante vogliono indicarci la serenità e la pace, insieme alla speranza per una vita salvata.

Ancora un particolare. Sulla sacca del Viandante troviamo impresso il logo della Caritas diocesana. Committente dell’opera e anche destinatario. L’icona viene collocata all’ingresso della sede della Caritas diocesana. Entrandovi il visitatore sarà costretto a percorrere lo stesso tratto di strada del samaritano, entrambi sono nella stessa direzione.

Chi entra nella sede della Caritas si scoprirà samaritano o persona ferita, sempre viandanti in cerca di umanità. Non si potrà rimanere indifferenti perché l’icona racconta la storia della propria vita.

Dettaglio Icona Del Buon Samaritano 2

“Il buon samaritano, cm 40 x 120 ca, Sr. Lara Sacco, © 2020 Atelier Iconografico del Monastero di Bose.

L’icona è esposta nella sala incontri della sede della Caritas diocesana.

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