Nato nel 2009 come risposta alla crisi economica, costituisce un fondo di microcredito per offrire garanzie alle famiglie per far fronte alle spese di casa, istruzione e salute.
Il finanziamento erogato dalla Banca Popolare Etica impedisce ai beneficiari
di scivolare al di sotto della soglia di povertà e permette loro di affrontare spese improvvise e urgenti.
La restituzione avviene con rate mensili ad un tasso ragionevole, il quale evita alle famiglie di cadere nelle mani dell’usura o di dover sostenere gli elevati tassi di mercato.
Il microcredito: un reddito che promuove la cittadinanza
Il microcredito “Fondo Fiducia e Solidarietà” è un progetto con cui la nostra Diocesi può fornire risposte concrete alle situazioni di bisogno di molte famiglie. I soggetti che in dieci anni ne hanno beneficiato sono 105.
Se agli inizi del progetto, nel 2009, si è fatto fatica a partire a causa di una scarsa conoscenza dello strumento di aiuto, con l’aggravarsi delle conseguenze della crisi si sono registrati picchi di richieste.
Il progetto è fortemente connesso alla responsabilità delle comunità parrocchiali da cui provengono i richiedenti: non basta delegare alla Caritas Diocesana il caso per una soluzione, è necessario rendersi prossimi alle famiglie attraverso un tutoraggio.
Vi è una specifica istruttoria sia interna alla nostra Caritas, in qualità di soggetto titolare del fondo di garanzia del microcredito, sia esterna, la quale compete a Banca Etica, la banca convenzionata che formalmente eroga il prestito.
Il prestito richiesto è di massimo 3000€ da restituire alla banca in 36 mesi. Il fondo nei primi 10 anni ha generato un importo totale complessivo finanziato di € 209.100 a fronte di un fondo di garanzia che attualmente ha una capienza di circa 70.000 euro.
Siamo abituati a livello sociale ad intervenire attraverso forme di assistenzialismo, le quali generano perdite economiche e non abilitano i beneficiari al riconoscimento di una propria cittadinanza attiva nell’obiettivo dell’inclusione sociale. In questo caso analizzato, favorire l’accesso al credito ha dato alle famiglie la possibilità di essere considerate all’interno di un sistema economico che le escludeva, in particolare quello bancario.
Riconoscere i diritti ed educare alla corresponsabilità diventano strategie sostenibili per una promozione umana volta al cambiamento, la quale non mira tanto a fornire una risposta materiale immediata, quanto a rimuovere gli ostacoli che generano le povertà.